IVLIA. Vnica figliola de misier giouȃne de castelli dalamore di uno giouane presa e dal padre cautelosamente maritata se uccidete con la medesma spada delamato giouane il quale saputa la morte dela sua amante cautamente la note aꝑta la sua sepoltura sopra del morto corpo con la propria mano si uccidete:
PIV delle fiate uediamo seguire cħ gli antiqui exempli in noi soleno essere cagione de ꝑfectissime et bone oꝑatione ma ꝑcħ la longheza dil tempo a poca credenza degli modernj hominj quegli et ogni altra cosa par cħ abi riduto ꝑo non li togliendo alchuna lor uerita ma certissimo rendendomi quegli essere uerissimj rispecto agli elegantissimi et ueridici amori cħ quegli scriuendo hano in se publica forma riduti. cħ certo el si puo dire essere stata una luce cħ a molti cechi ꝑ memoria et exemplo di quegli hano restaurata la luce di la salutifera lor via non satisfacendo ꝑo al mio credẽ la uolentade di quegli, et ꝑgli molti anni essendolj io incognito poco fructo in lor par cħ li renda Et ꝑo hauendomj sforzato cȏ nȏ poca mia faticha di cerchare se agli nostri presenti giornj cosa digna et cussi potesse ale orechie di tali incredulj far peruenire Ma dopo molte faticħ certi ne hebi gli quali con disposto animo me ho deliberato a uoi de scrivuerlj Sicħ le ꝑsone affectionade in quegli sono digni di laude, e si ꝑ la uerita in loro contenuta, come etiȃ le cita famosissime i luochi digni insieme con la pieta cħ sentendolj hano hauto forza di spingiermj degli ochi pietosissime lachrime. Certissimo rendendomj cħ se in questo spechio di miserie riguardarete in susti et lachrime ui conuerrá in quȃtita habundare. Aime cħ altro non cercho fia ꝑ certo cagione de infinito rimedio Pero cħ cui in le sue miserie e pene e acompagnato la quantita di quelle molto alenta et minuisse. Ma prima cħ a tanto exercicio pietoso io proceda inuocho uoi in la cui liberta consiste del mio cuore equalmȇte ogni intiera parte pregandouj cħ ꝑ gratia mi concedete tanto delo ad uoi donato sentimȇto cħ sufficiente mi atroua poteruj narrare quȃto sia cȏmendabile e di riuerentia dignj cui uiuendo luno di laltro contenti ꝑ nȏ interporre tempo al morire luno da poi laltro con noui modi sono auanti li soi signati giornj ꝑuenuti a morte come nelle cose di questo libro ꝑ gli effecti pietosissimj aparera.
VENETIA al presente fra tutte laltre antiquissime citá del mondo sublimata di honori se ritroua, doue le antiquissime monarchie cħ da famosissime ꝑsone et reuerendi principi gia hebono origine, par cħ con uerita in questa gia infinitissimo numero di annj habj facto resistentia questa di nobelissimj Veneti in tanta quȃtita e ripiena cħ non tanto nella italia ma ꝑ tutto el mondo risona le uirtu e possanza di quegli e gran parte di quello soto il dominio nostro con considerato guƃno e dominato questa preclarissima dal salso mare e incoronata regina, contra dele cui force giamai si puote alchuno gloriare di essere uicturioso.
IN questa dignissima cita non e molti annj passati cħ si ritrouo una gentilissima stirpe di citatini il cui pronome era dela casa di castegli cħ hora el tp̃o e glinfortunij casi degli quali questo si crede cħ ne fusse uno cħ nouamente la riduta e niuno piu di tal parentella par cħ si trouj, Costoro di splendidissime ricħze e di molte case e possessione erano dotati Degli quali uno el cui nome era miß giouanj dignissimo citatino ꝑil suo virtuoso et honesto uiuere el qua le sola et unica figliola hauia ala cui puose nome Iulia di forma splendidissima et bella la quale tȃto cara quȃto la propria uita si la tenea il padre e la madre, ꝑo cħ essendo di annj pienj sperauano auanti la sua extrema uechieza quella cȏ honoreuelle e nuptiale aparechiamẽto acompagnare. Et acio cħ più compiuta diuenisse quella da ꝑitissima maestra faceua gubernare et amaistrarla, a modi et costumi quali a nobile ꝑsona si cȏuenia.
Ma poco penoe la maestra ꝑo cħ lei astutissima diuȇne a tutte quelle uirtu cħ a dona erano bisognose et in piciol tempo libera essendo facta dila scola e gia a più ꝑfecta eta ꝑuenuta, comincioe in casa secondo lusanza uenitiana di stare rinchiusa doue de hora in hora ꝑ uno idio dal uecchio padre era tenuta, e della sua belleza tenendossi costei cȏtenta ogni giȏno gionta lacidentale ala naturale cħ era bella belissima ogni hora piu si facia agli occhi di riguardanti. O belleza miserabile dono del vechio padre et viꝑeo veneno dela pouera madre quȃto erauate dal uostro disio lontanj ꝑlo acrescimento dele adorne fateze de la figliola uostra, quelle prima in lei douia contaminare il casto pecto ai uostri dishonorj quelle de uita pegior cħ morte ui douia esser cagione quello se havessate intese nȏ haueresti cerchato con la solicitudine cħ uoi festi ꝑ spingere di uita in Vn pŭto collei cħ con tanti affannj spechio haueuj fata de gli occhi uostri Fatassi adunq3 costei bellissima e la sua belleza da più maturi anni acompagnatassi di quel pensiero cħ gli dei gli hominj e gli animali sotto iace obligati parse ad amore di pungier il costei cuore di quella pontura cħ pochi oniuno po dire cħ in qualcħ parte o inqualcħ tp̃o non habj prouato o sentito.
Diuenuta adunq3 costei apta ad amare locio intrinsicho di tal passione amico mai risto di porgiere al uirginio pecto tanti esi dolci pensierj cħ forza fu in q̃llo hauer ricepto et habituatossi gli mostro qual fusse quella cosa a giouani potesse dar dilei qualcħ piaceuole refrigerio, e conosciuta esser sola la sua belleza si dispose quella totalmente douer dare acui di quella li paresse conuenientemente digno.
FRA la contrata doue Iulia dimoraua dedicata al cnome di Sancto Antolino fra laltre cħ nella nostra cita se ritroua bellissima e di sumptuosi palaci ripiena ne luno di quali habitante costei cħ fino al presente giõno e anchor sigillato si troua dele arme sue e secondo la consuetudine nostra aliquando hora ad una finestra et hora ad unaltra costei si appogiaua arimpeto de la quale ui erano cẽte tauollete o uero cantinelle insieme composte cħ nuj zilosie chiamamo, lequale non cħ la uista de riguardanti togliessono dale bellece di Iulia ma pocho mostrandolj ꝑ alchunj ꝑtugieti cħ era fra luna e laltra la facia magiore, cussi adunq3 stando iulia ala finestra desiderosa di sentire cui di la sua belleza facesse mentione ouero comendandola se digno fusse, la volesse hauere. Adiuȇne cħuno formosissimo giouane il cui aspecto secondo il iudicio di cui il conobbe di ogni nobelissima dona paria digno, ꝑ transito o uero cħ’l fusse predestinato se ritrouo deli passare, e non prima fu gionto cħ gli occhi riuolti aquella parte doue iulia sera posta cħ di lei e de le sue bellece fu constreto di ardire quale lei cerchante cȏvȇne cħ di luj ardisse.
IL giovane di cui amore hauia gia hauta intiera possessione non meno cħ di Iulia hauesse fata era anchora luj di bona e gientil prole ꝑ ogni cosa condecente a lesser de la dona, chiamato era il nome suo Pruneo de gli Astolphi casa oreuelle, et ancho unico figliolo del padre suo, la cui habitatione era circonuicina de la cõuentual regula cħ prima cinse la corda ꝑseuerando adunq3 costui nella contrata con festa doue la donna habitaua, e quella con solicitudine et passi prompti dila sua ꝑsona facia copiosa dandoli iulia di cio bona cagione per modo cħgliera dela giouane unico bene e lei di luj ne mai un solo pensiero disuguale dala uolenta loro ui fu nel tempo di cotale benivolentia. E tanto praticó pruneo lamor di costei con quel desiderio cħ creder pote chi cio ha prouato cħ il modo trouarono cominciar a bocha lor uolenta palesare, dicendossi quȃto luno di l’altro si sentia essere ubligati, et se più avȃti cħ gli procedesseno lasso considerare acui questo habia prouato.
O mente et animi felicissimi quanto piacer in simil pȏto trahesti uoi dile amorose mente trouandouj in liberta et aꝑta uia de la cosa che tanto amaui e con instantia si longamȇte desiderata quale fusse le uostre parole parmi anchora di udirle, et iuraria ch’in quel proprio parlare incoreria se io fusse ꝑ douerle dire li gesti di ogni uostro sentimȇto et membro Anchora scriuendo non posso <né> ristare né ritenermi di farli.
Do pruneo sentendoti la disiata mano dila tua carissima iulia congionta con la tua qual modo usasti a receverla stringestila tu quale la presente pena strȋgo? dico pensandomi certo si, e sel facesti io ti rendo ꝑ iscusato a tutto el mondo, chi dubita cħ quella dopo picol spacio nȏ ponesti a lansiata bocha? la qual cosa afermo ꝑ cħ la ragione el uole. Do dimi qual parola fu quella cħ prima li dicesti chi dubita cħ dopo il saluto fu el racomandarti, cħ bisognaua racomandarti a chui de ricomandarsi hauia bisogno piu cħ tu? ꝑo cħ essendo dona tutta disposta nella tua liberta rendendossi si da te era bisogno cħ si racomandasse Ma sia come si uoglia cħ chi fallisse li die esser ꝑdonato imꝑo cħ amore insi nȏ ha ragione, et essendo la note oscurissi ma il piacer cħ traheuj luno e laltro degli occhi uostri nȏ uoglio cħ mel raconti, ꝑo cħlsi comprende bene altro cħ sal tuo desiderio in parte satisfacesti son certo di cesti questi sono gli ochi cħ mi fano guerra Non diceuj hor adunq3 sia benedeti quanti modi etate cħ oꝑando e dicendo in quella et in tute laltre oꝑationj oꝑasti ecħ fino al presente adoꝑa.
Pocħ erano quelle note cħ senza hauersi nelle braze luno alaltro passasse, excepto se la uibrante luna diuidesse e tenesse luno da laltro lontanj contra a sua voglia Ma poi cħ la sua rotonditá al minuire daua principio quando piu e quando meno secondo el corso suo semp̃ alordinato logo se ritrouauano nel quale tanto contenti luno de laltro se ritrovoe quale ꝑ le cose cħ seguj por si comprende ne altri piu contenti par cħ la fortuna ad amore mai concedesse, Ma tra laltre uolte luna ne fu nella quale dopoi molti piaceuelissimj ragionamenti acaso dil pecto di iulia usito uno pietoso suspiro e di cio uergognandossi chino la fronte ma acortossi pruneo di lei suspecto cħ di noglia li fusse cagione tale accidente e dimandatola se di affano alchuno la fusse presa de nȏ gli respondete. dunq3 quale sia stata la cagione di tal subiteza ꝑlamor cħ mi porti me dirai.
Vdita Iulia tale parole a se piu de riuerȇtia digna cħ alchuna altra cħ di la boccha mai li ussisse cossi disse.
TALE anima mia me ha constreta la coniuratione cħ hora ho sentita dela tua boca cħ ogni cosa cħ ha forza de tirarmj del distreto pecto del quale el suspiro cħ hora dela mia bocha contra mia uoglia mi scampo de le labre mai li fusse usita cossi rispose.
IL padre mio a luj altra beatitudine cħ la ꝑsona mia nȏ è rimasta dubitandossi cħ ꝑ gli anni non pochi dela etate sua la subita ꝑcossa della mõte non lo assalisca e me lassi senza il paternal gouerno con instantia grandissima cercha di torme da te e da ꝑsona da me non conosciuta obligarmj ꝑ matrimonial leggie de laqual cosa fin hora hauendoti tutto nella mia liƃta e cio ripensandomj nella mente me stato cagion di tale accidente quale fu pocha ora mi uedesti e dele presente lachrime cħ hora miserabilm̃te io spargo nella tua presentia.
Stupefatossi Pruneo nel primo udire intendendo le parole dela sua iulia e le lachrime presente dele quale il pecto suo gia bagnato hauea in grande quantita ma ꝑ non giongiere piu dolore al suo Lachrimoso cuordoglio discretamente rifreno li soi pregni occhj cħ alultimo termine hauia le lachryme e rechatassi iulia nelle brace aquella con finto uiso abrazando dicea, Carissima iulia sola la morte date e dal tuo amore mi potra cazare ne cħ altri cħ pruneo si possi dire tuo ꝑ certo non si aldira mai et acio cħ in similj inconuenienti piu nȏ incori delibero alora quella fede cħio ho di darti cȏ intiero e consentiȇte animo et cossi ti piaza ꝑ gratia a me di concedere con la tua mano e presala gli baso la fronte e la mano cħ al suo collo circonstreta tenea si disuilupoe e la sua destra pigliando congionse con la sua afirmȃdo poi con infinitissimj sacramȇti da iulia retificati e rasiugotossi gli occhi in altro parlamȇto de uarie cose fra loro seguite comincio a rasonare ꝑfino a tanto cħ la chiarita del soprauegnente giorno gia poteua alor dar auedente a chi gli hauesse uoluto uedere, e di nouo con feruȇtissimo disio quasi piangiendo luno dalaltro dicendo io me ui racomando si diparti.
Tornata Iulia nella sua camera sopra del suo poco adoperato leto se gito tutta alienata non ꝑ bisogno cħ di dormire hauesse ꝑo cħ le cortese parole del suo caro amante insieme con la certeza de la sua mano data gli hauea cossi portato Ma fingiendo di hauere dormito hora qua et hora la uoltaua a cio cħ niuna parte di quello interra rimanesse cossì nella sua memoria le parole ei gesti di pruneo cȏmemorandossi trouaua piacerj nȏ mai sentiti ꝑ fino cħl sole gia ꝑ gli spiragli dele finestre uedeua uerberare sopra del leto suo di cħ acortassi e lassata la dolce fantasia si leuoe et al spechio secondo la sua consuetudine ridutassi piu bella cħ mai uedendossi uscì de la camera sua et al padre andata gli fece lusata riverentia e dale ueterate e tremante manj gli fu porta la sua beneditione di casa uscendo il uecchio padre.
L Hora del debito cibo essendo agli corpi bisognoso E ritornato il padre a casa e quelo a satisfatione hauendo riceuuto alle usate piaceueleze con la figliola, ritorno il bon padre credendo lei di quella cosa esser essere desiderosa cħ ogni fiata cħ di maritarla gli dicia millj languidi suspiri gli facea trahere gli da disio credendo non cħ ꝑ ansietà e passione del suo pecto si traeva ꝑ forza e da paterno e tenero amore constrecto il pouero uechio delibero non piu inducia porre a dargli marito Et essendo il tempo ato acio comincio nel Realto a praticare con coloro cħ golli ouer sensali chiamano di cui tale exercicio sono loro maestri e da quelli hauti molti giovanj di ogni conditione ꝑ nota fra gli altrj uno ne elesse digno ala figliola di sangue nobile et preclarissimo di padre il cui nome era Dario contarinj ꝑ sangue e ꝑ ogni altra cosa molto piu digno cħ non era la dona ma gli antiqui costumj e grande ricħze del padre di iulia parea cossi meritare dicħ promessegli grandissi ma dote sogiongiendo di farlo herede dopo la morte sua el contentoe, e dale parole uenuti ali fati se ne andarono a casa, doue fata il padre iulia uestire non gli dicendo el padre altro ꝑ nȏ la sgumȇtare excepto cħ disse uieni meco e presela ꝑlamano e fuorj la menoe. dicħ nȏ prima sul limital deluso puose el pie cħ una passione gli strinse el cuore con forza tale cħl uirmiglio colore spinse dale guȃze sue e palida diuenuta fra se disse. O pruneo io mi ti son tolta Poi el disdegno di esser cossi tradita cȏ furor in usitato rende agli suoi occhj il perso colore in molto magiore habundantia cħ da prima nȏ era ma el tomulto dagli parenti di luna e di laltra parte cħ gli parla a conclusione di tal cosa erano uenuti. Egli de la parte del giouane ueduta la belleza in extimabile di Iulia desiderosi confortarono dario a dargli la fede il quale nȏ meno cħ abagliato dela sua belleza la uolse ꝑ sua legiptima sposa afirmare
Pruneo nulla di cio sapea alle cui orechie come pare cħ piu dele fiate la maligna fortuna prometa fu quasi degli primj auditori di cossi acerbissima nouela la quale non gli parendo uerisimile ꝑ le grande promesse di Iulia le quali da gran constantia credea nate non par cħ facesse nel primo udire di cio gran caso ma piu auanti facendossi a ragionanti adiuerse ꝑso ne et in diuersi luoghi di questo senti afirmare tutti in una propria sentenzia concludendo cio esser se guito ꝑ la sua infinita belleza, e di questo uariamente parlando la comendaua.
Non prima le uere sponsalicie ale orechie dilo absȇte giouane ꝑvene cħ quasi constrecta fue la sua anima di partirsi dal misero corpo, ma la ragione cħ mai da luj non si alongoe anci in questa sua extremita non lo uolse rendere furioso ali circonstanti Acio cħ lonore suo saluo si potesse conseruare, ma con moderato passo pian piano togliendossi uia dala universita dele ꝑsone uia se ne andoe moltiplicando la uelocita di passi soi tȃto quanto li fu facile questo poter fare, considerj cui hae qualcħ discretione e ridutossi a casa cȏ mille mortalissimi gemiti, il quale intrato nella trista camera senza altro dire gran peza semiuiuo dimoroe, ma il dolore cħ ocultamente a poco a poco nel cuore se distilaua cresiuto essendo in quȃtita grandissima sforzo inquela parte la honesta del cautissimo giouane il quale non hauendo rispecto ad alchuna cosa gridoe forte Iulia Iulia ꝑcħ mi abandoni? E da queste et assaissime parole inusitate acompagnate sempre da innumerabile quantita di lachrime lequale in tanta habundantia de li occhi graui discoría cħ tutto il pecto bagnando conuene cħ anchora disordinatamente a terra cadesse ma ꝑcħ non satisfa agli miserj solo el piangiere con diuerse maniere da necessita cazato dicea.
O Iulia ecco i son del tutto pagato degli mei meriti el premio degli quali contra la tua da me tanto autenticata fede hai consentito altri cħl tuo nȏ piu tuo pruneo te debij hauere. E questo e quello con le tue piȃgiolente parole non fa anchor pocħ hore uolesti cħ io ꝑ trarti del dubio delquale hora sei incorsa ti affirmasse? Do se non te sentiuij forte ala resistentia cħ ti bisognaua iurando io con el mio crederti, e tu con le non uere parole me inganare bastauati assai piȃgiendo come faceuj mostrare cħl ti dolesse questo honestissima facea la tua impotentia laquale come a zo sforzata con assai meno angustia cħ io nȏ fazo haueria renduta te ꝑ iscusata. Solo dela fortuna ramaricandomj e non di te diqual nȏ meno cħ di me proprio me fidaua.
IN simile et assai più diuerse parole dicendo e rispondendossi hauia pruneo longamȇte se stesso condoluto quando altro cħ farsi non sapendo cħ ritornare ale lassate lagrime ali continuj songioci dei quali pur dianci ꝑ picol spacio gli hauia lassati et con quegli tanto dirotamente comincio dinouo a dolersi cħ cui hauesse ueduta la sua giouaneza tanto afflictamente darsi al pianto se di pietra hauto hauesse il cuore seria stato de necessitate insieme di afligiersi con laflicto. Hauendo adunq3 costui piangiendo sfocata alquanto la intollerabile sua passione e sentendolj anchor esserlj rimedio dala fortuna il potere mediante gli usati signi a trouarsi con la ꝑduta Iulia se delibero de experimentare se cio potesse essere eposto fine al crudelissi mo pianto e gli occhi rasuti hauendossi ꝑ longo spacio cerchoe di dare a quegli riposo acio cħ ꝑ linfiamata grauità dele lachrime ꝑ auanti in quegli habundate non dasuoi fusse inteso quello cħ male agieuolissimamȇte sforzato ascondia.
Senza nullo altro cibbo cħ gli nascosi suspiri passó pruneo quel tanto infelicissimo giorno nel quale hauendo gia phebo dil suo corso alultima parte retirati gli razi suoi e laere lassato pieno de infinitissime nuuole de la quale la terra da se hauendole spinte oscurissima si mostraua alaspetante giouane il quale nȏ prima parendogli lora consueta a suoi bisogni cħ nascosamȇte dila casa usci senza altra compagnia cħ la usitata spada con laquale semp̃ sopra di se hauia tenuta a tante sue longhe faticħ e drizati gli passi suoi assai piu infelice cħ non hauia el pensiero rapto se ne andoe doue la sua consuetudine obseruata da la gramissima iulia fue sentito, laqual non cħ al sono si hauesse data ma negli proprj affannj cħ pruneo hauia fato Anchora hauia di lachrime pieni gli occhj sꝑando cħ il suo pruneo di cio hauendo sentito la uenisse a vedere e parlare.
Non altrementi cħ il leone africano sentita degli animali la pastura a quella parte se driza con disposto animo simile mouimento assalite la piangiente Julia la quale tutta del suo leto disordinatamente scalza solo con uno picolo lembo de pannj atorno inuilupato si gitò fuorj e uenuta al loco de tanti suoi longhi desiderj trouoe il suo pruneo lei aspetante al quale senza niuna resistentia si li gito al collo tuta da le sue lachryme bagnata e uinta senza altro parlare tramortita rimase.
O infelicissima note et ultima di tanto bene nelle cui ombre gli miseri amanti copriuj abrazati. O miserabile amore a cħ extremita hai tu conduti gli giouaneti cuori. O sentimenti poco cȏualescȇti agli nostri rimedij ꝑcħ questa ultima note nȏ ui ha concesso la fortuna cħ tutta in ragionamȇti bisogneueli habiati passata.
O sanctissima pieta a quante digne lachrime mi cȏviene cȏmouere di costoro gli accidenti digni ꝑ certo di ꝑpetual memoria. O spiriti gratiosi lassati ormai el uagare nel aere e negli poco contenti cõpi ritornarti acio cħ luno di laltro possi lamentandossi gli extremi basi dare agli bagnati uolti.
Per longo spacio tramortiti rimase gli sconsolati a manti cħ morti da ognuno seriano stati iudicati lanime di quali gia ꝑ partirsi essendo constreti nȏ gli fu dal sentimento conceduto ilquale uigorosamente ala morte faceua resistentia. Anci come signor di q̃lj aforza ritene le smarite anime, et a poco a poco del natural uigore rischaldando il gelato sangue in quelli mostro aparentia di uita. ꝑo cħ sentendossi pruneo nelle braze di Iulia con lentissima uoce misse uno debilissimo susto con parole apena intese. O Iulia cħ ti ho io fato cħ contra ogni promissione hai consentito a straniere ꝑsone le tue bellece et io misero sofri cħ da te e dal tuo angielico uolto io sia cazato.
Queste parole ꝑ le orechie di la quasi morta iulia penetroe fino al cuore trouandolo alquanto tra el si el no ꝑ morire gli notificoe la expositione di lo lamȇto di pruneo il quale desideroso ala risposta rendere el ritrato sangue ale debite parte dil fredo corpo et aꝑti gliocchi non obstante cħ la osbcurissima note dela beatitudine del uolto del suo pruneo la togliesse niente dimeno rimirandolo con diroto pianto et rauca uoce gli disse.
Signor mio caro rendami la uostra usata clem̃tia iscusata del comesso fallo el quale come auoi e manifesto nȏ da me consentita ma pure pensata seria stata tal cosa selo improuiso modo dal quale io fui tradita e la promessa et auoi donata fed mi hauesse di tal cosa fata certa ma come la simplicitá pecorella fra gli urli degli rapaci lupi trouandomj apena me ricordo se acio consentisse tanto el terrore del mio padre insieme con lo tumulto di parenti mi trauagliava la mente. E quando questo cħio non lo afirmo fusse seguito contra la uolentade mia seria de niun valore e tanto piu quȃto la mia liberta auoi obligata nȏ si puote piu obligare di quello la si fusse. ꝑ o sicuro piaquauj di uolere uiuere acio cħ de la mia morte turbandouj nȏ siati cagione dalaquale poco lontana mi atrouo. Ma se con forte pecto questo ꝑlo mio amore portareti ꝑ quel uero rector del cielo cħ hora dele mie parole e testimonio mai io dico mai delanimo mio nȏ ussira la uostra ricordeuele ꝕmissione sperando anchor in luj cħ ꝑ tp̃o lieti ci rendera mediante la sua infinita potentia.
Queste parole dicea Iulia a colorare di quelle ꝑ luj auidente ragione cħ possibile gliera Solo ꝑ dare al passionato pruneo qualcħ socorso ꝑ cħ di tale cosa el conoscea bisognoso tutta fiata gitando lacrime in tanta quantitade cħ mossolo a pietade gli promisse di portare questa et ogni altra faticha con piu pacientia cħ possibil gli fusse, pregandola cħ ꝑ suo amore ponesse fine al suo piangiere il quale disꝑatione gli daua et cagione grandissima di la mõte.
IVlia cħ altro desiderio nȏ hauea cħ di compiacerlj sforzandossi fingia di hauere messo fine al pianto e dinouo abrazandossi stetero in diuerso piacere mescolato sotto infinitissime amaritudine ꝑ fino atanto cħl matutino nemico di soi desiderij ale nõ consenti te orechie si fece sentire doue constrecti ꝑ partirsi, piu de mile fiate abrazandossi tornati al piangier tenerissimamȇte luno a laltro se ricomandaua. Ma prima cħl si dipartisse iulia cħ alanimo firmo el cogitato pensiero sempre hauia tenuto ȋ cotal forma tutta disposta di uoler morire parloe:
Se hora la uostra a me tanto cara ꝑsona mi tolete signor mio caro piazauj questa spada per gratia concedere a la mischina di Iulia uostra la quale semp̃ dali nocturnj ꝑicoli dela note ui ha securo guidato acio cħ mai non hauendo a lei possa atribuire gratia dela auoi prestata segurta quale ꝑ memoria dele nostre felicita come di cio testimonio da me sera cȏservata e nȏ meno riuerita cħ la imagine di qualŭ cħ idio sia nel cielo ale quali parole, senza altro rispeto, tratolassi pruneo dal lato gila diede pregandola cħ di luj se ricordasse e quella secretamente tenesse e di nouo abrazatossi non senza gli sempiternj lachrimarj luno dalaltro se diparti ꝑ piu nȏ riuedersi come aduiene.
IVlia piangendo ritornoe nella sua camera nella Quale acio cħ la disperata dispositione hauesse loco e dentro fu serrata, e prima postassi a sedere la spada cħ di pruneo hauia riceuuta tolse ȋ mano e q̃la con languido occhio basoe piu uolte nel manico dicendo qui del mio pruneo era nȏ fa pocħ hore la benignissima mano con laquale la p̃sente spada mi diede Et io con quella useroe’ loficio cħ certo luj rendera dela promessa fede cħ io gli diedi ne mai quella ꝑ altruj si possa dire interrota questa cħ da le offensione e ꝑiculj me la conseruato mio. et io sua e de bisogno cħ con mortal pontura ꝑ exꝑerientia mi faci e dite queste parole postassi la ponta al morbido pecto sopra di quella si gitoe con disposto animo trafigiendo lo innocente cuore con poco ordine il languente corpo a terra si cadete con tanta habundantia di sangue cħ q^si impossibile era cħ il giouaneto corpo tanto ne tenesse.
O Crudelissimo proponimȇto quanto di grameza rȇdi testimonianza agli presenti auditori. O infelicissimo giorno nel quale fu cõmesso tanto dolente excesso. O donne cħ constantia fu nel forte pecto di costei. Laq^le prima incrudelendossi contra di se homicidiale uolse diuenire cħ meno cħ uerita fusse in le sue parole quello cȏ il grauissimo colpo di la morte obseruando cħ laltre ꝑ fugirla donando le anime loro nȏ ne hauto ꝑ ȋconueniente di negare o constantia raro obseruata nel feminino sexo hora ȋ costei con ogni forza di te lei sola fu digna di coronatione
O anima sforzata a noui seculj se la diuina providentia dela sua iusticia nȏ e manchata son certo cħ anchora tribuiva tempo ai tuoi languenti ramarichi, li quali se pur te concesso ti priego ꝑ quella sancta innocentia cħ dil corpo ti excluse lanima cħ quello solo ale speriurate done faci nocturnamȇte sentire ne mai da quelle ne da qualuncħ homo cħ a cio potesse incorere te diparti a cio cħ manifesta certeza rendi a uiuenti dela obtenuta constantia de la morte di Iulia.
El padre di Iulia leuatossi, ala camera dela amata figliola sene andoe, alaquale con suave strepito ꝑcotȇdo dicea. figliola leuati, gia e lhora cħ di uederti desidera il sposo tico si apropinqua. et acio cħ tu meno bella per lo sono diqual cħ tu sei non pari agliocchi suoi ti prego che tu ti lieuj. E gli usati ornamenti con diligentia fa cħ tu prepari. Acio cħ anchor la mia extrema uechieza di la tua presentia riceua lusata alegreza piu non ristare. Cossi et assai pietosissime parole dicia el pouero uecchio lequale piu uolte ȋvano uedendole hauer dite cȏ mazor forza ꝑcosse la porta dentro se rata. Ne ꝑò sentendo essergli risposto cȏmincioe grȃdemente dela figliola a dubitare e piu furiosamente batendo dicea. Iulia cħ nȏ rispondi? E tutto ȋvano sentendo il padre le sue parole pauido degli infortunij di questo mondo con laiuto degli seruenti di casa con gran faticha lusso butoe a terra, e nȏ prima intrato nella camera e morta uedendo la figliola sopra del sanguinoso corpo rimase senza spirito. Sentito la madre cħ gliera uenuta al grido gionse furiosa sop̃ di costoro et con faticha toltassi la figliola nelle brace tutta dil sangue cħ anchor caldo dela mõtal ferita discoria macchiandossi insieme rimase strangossati:
QVALE e coluj cħ di ꝑfidia habia indurato el cuore cħ ꝑ tal caso nȏ si spengiesse pietosamȇte degli occhj amare lachryme: chi tanta constantia hauerebbe mai prestata agli occhi cħ guardare hauesse potuto il transforato corpo disordinatamȇte tutto di sangue machiato nelle brace dela misera madre q^si morta in terra giacere chi il pietosissimo e morto uolto dela gientilissima et innocentissima Iulia iudicara digno de simil mõte. Aimé cħ se di pietra se hauesse el cuore e questa pietosissima giouane morta tanto feruȇtemente riguardando ꝑ il sangue sparso ꝑ la constantia digna e ꝑ la mõte e ꝑ la belleza conuegnirei che quelli humilissimj sforzasse al dirotto piȃto ꝑ certo da le lachrime e suspirj di ogni digna et humana ꝑsona merita questa anima di essere acompagnata.
Gl impeti dei gridi facti ꝑ gli seruj dela casa parea cħ laere fendesse. ꝑ la quantitá de gli quali a sentimento essendo uenuti de gli circȏstanti uicinj tutti corsero ale porte e saliti sopra la sala entrarono nel albergo cħ di tanta miseria era opp̃sso e ueduti costoro sanguinati iacere iudicarono loro tutti quȃti morti e piangiendo pietosamȇte cercharono con piu honesto ordine di aconzarlj di quello gli erano e fatissi sopra loro trassero de canto gli dui languȇti consorti gli quali trouando senza alchuna ferita ꝑla calideza li iudicoe anchor uiuj Et inseꝑati alberghi luno distȃte da laltro il portoe sopra i loro leti ponendogli suso e con frede aque e pretiosissimj liquorj cercauano de ritornarlj gli ꝑduti sentimȇti, gli altri cħ al uero mõto corpo piangia nȏ ossava da quello trare lacutissima spada se prima dali signori nȏ fusse veduta ai quali hauia mandata tanta crudelta a notificare.
Gionti li signori acui tale ordine ꝑ leggie et opposto sopra dil morto corpo. Si extremi forte di tal cosa e comando poi cħ larma dil pecto gli fusse trata et cȏ pietose lachryme sparte da gliocchi di ognuno cossi fu fato dimandando poi gli dui signori a seruj se tal spade conosesse essere di casa ouero semai ueduta lauessino gli quali di cio inscipienti, di nȏ gli rispo seno di cħ iudicarono costei da straniera ꝑsona esser stata morta dil come ignorando, tolsero ꝑ scriptura la forma e conditione di tale spada quale ꝑ il processo cħ nel officio dei diti signori apare fino al presente giõno.
PRuneo cȏ amaritudine infinita torno ala sua casa tanto pieno de innumerabilj gemiti et lachrimosi suspiri quale mai alchuno altro nel presente mondo se ritrouasse, e nella camera tacitamente intrato se gitoe sopra el leto suo di nouo dolendossi cħ altri cħ luj potesse dire cħ Iulia essere sua e da questo pensiero a dun altro sagliendo nȏ poté ꝑ niente dar pace al contaminato animo. E negli occhi suoi da lachryme mai fece resistentia tutta quella parte cħ di la note rimasa gli era altro cħ in diuerse mainiere di cruciamȇti nȏ risto di cȏsumare ꝑ fino a tanto cħ l nouo giorno poco luntano con la mediante aurora il fece uolentaroso ad usire di casa, e riuestitossi discese le scale e rato sene andoe ali frati minorj doue nelo inchiostro in solitaria parte come era la sua consuetudine de ridursi nel tp̃o dele sue aduersita e piu pensoso e disꝑato dil suo infortunio atonito hora qua et hora la andaua sempre a terra semp̃ gli occhi miseramente tenendo. Ma la Fortuna cħ sempre ai dolenti conserua gli ultimi suoi venenj nȏ gli parendo solo bastare el piangiere del misero pruneo posto ordine ale sue insidie mediante lequali apta se ritroua da farli pieni di amaro tosigo gustare e senza grande indusia di tempo el miserabile et extremo caso gli fe sentire:
Costui gia presso lora dil mangiare e poco di quello curandossi altro cħ di Iulia ꝑduta nȏ pensaua, ala q^le e la mente e’l sentimento hauia si fisso cħ piu dele fiate ritenuti i passi suoi come imagine di pietra dimoraua. Il cħ essendo piu uolte dai frati deriso il suo poco assentito passegiare ꝑgli modi diuersi in questo oꝑati il iudicarono pazo. E poco di luj curandossi quale de similj si suol fare, adiuȇne cħ non hauendo rispeto cẽti di loro passegiandoli dal lato el terribile et inopinato caso di Iulia luno alaltro con grande pietá recitaua e le circonstantie et signalj dila spada ragionando fece riscuotere pruneo dal grauoso pensiero il quale dȃdo officio ale grame orechie sanamȇte intese questa de la sua spada esser traficta et in quello istante pocho meno cħ mõto nȏ cadere, E ridomandati gli frati se di cio fusse certificati gli rispose cħ gia il corpo nella chiesa loro chiamaua al debito officio.
Non meno cħ morto pruneo di quel loco se diparti acio cħ ꝑlo subito accidente l’anima sua spauȇtada riseruar potesse. E ritornato a casa gia lora tarda a tanto et si alto proponimȇto quanto gia nella misera mente gli era intrato di fare senza altro cħ di re di quella se diparti e trouati duj soi intimi e carissimj amici con cȏtaminato uolto quegli di gratia chiedendo a suoi bisognj quali hora bisognandolj il douesse socorere liquali di cio mirauigliandossi gli disse pruneo nostro nȏ senza grande admiratione ne lassi sospesi ꝑ le parole hora da te uerso di noi usate con tȃta efficatia. cħ se in te nȏ si nasconde quello cħ la tua passionata apparentia ci dimostra de grauissimo affȃno par cħ sie astreto pregarne cħ a tuoi bisogno dobiamo soccorere ebene cħ la conditione di quegli nȏ sapiamo da hora ꝑ la parte mia quȃtuncħ questa cosa sia di ogni ponderoso e grande a fare ꝑ quello amore cħ io ti porto gia tanti annj si cħ di conditione uoglia si sia nȏ ti sera mai scarso il mio potere, e cossi da laltro cħ molti releuati beneficji da pruneo di casa sua hauea riceuuti con infinitissimj sagramȇti tutti di pietá pienj e quasi dela sua aflictione lacrimando sigli offerse acħ pruneo rispose E se di cio meno di qto cħ io trouo ȋ uoi non hauesse sperato trouare nȏ tanto fato quȃto uederiti me haueria argumȇtato di metẽ nelle uostre mano. Ma come quegli nelle cui brace mi sono rileuato credo cħ mi aiutareti, ma ꝑcħ al poco termine la indusia serebbe meno cħ la mia uolentade ui prego cħ asecutione meteti gli animj uostrj e meco ui piacia di uenire.
Il corpo di Iulia gia ali ultimj ripossi dil marmoreo sepulchro giacea quando lhora gia quȋta dela note passata era nella quale partiti costoro insieme con el misero pruneo ꝑ le oscure dila note drizono i loro passi uerso il loco di frati alquale gionto nel cimiterio di fuorj dal loco pruneo piangiendo sopra dil freddo sepulchro caschoe tramortito, ueduto questo li duj cȏ pagni ^cħ con luj erano con diligientia fregandolj ipolsi a certeza di uita lo ridusse.
KArissimo pruneo la cagione dila tua tristitia hora ꝑ lo subito acidente conosciamo dil quale quanto con ragione ti doglie manifesto a tuto el mondo ma con cio sia cosa cħ di dolersi dele cose passate nȏ ristaura la uita al morto corpo, ma se di morte al uiuer tuo dai cagione infinita. Et a cio cħ tu el padre tuo gramo di te, e noi nȏ lassi, ti pregamo cħ le lachrime da gli occhi tuoi in tanta quantita sparte tu debij lassare, ꝑo cħ se quello amore cħ di costei cossi ti strȋgie hai hauto caro piaciati di mostrarlo altremȇti cħ ꝑ quel modo cħ questi tali lacrimosi cadimȇti non ha homo digno quanto tu se, ma si ale femine si acȏ uiene. doncß uiuj constante acio cħ la innocente anima dicostei gia nel regno dil cielo te aspetante possa di la tua bona pacientia riceuer laspetata alegreza E se dubiti quella nȏ purgata ꝑ tendere del purgatorio lusita apri la uia ala sua uictoria mediante gli prieghi tuo: tu uiuendo gli potrai dare quel socorso de le tue oratione cħ morte tu e lei faria di cio bisognosi. Lassa adunq3 tale remarichatione et a casa prouediamo de ridursi imꝑo cħ cui a questa hora qui ne trouasse pensa cħ altro cħ mala cogitatione dil seguito caso nȏ prosumerebbe Anoi ꝑ aduenire poteria anchor di uergogna e dȃno dare cagione.
Pruneo gia dele parole di costoro turbatossi rispose: Se di cio temeuj a cħ prometermj ne acio bisognaua cħ uenesati, So ui potea bastare il negarmi quello cħ auanti cħ siamo a fati ui fa paurosi, ma se il presente coꝑchio nȏ mi aiutati di leuare acio cħ la mia da me morta Iulia possi abrazando tochare con le proprie mani cazaro l’anima mia alinfernali supplicij et uoi el male comesso ad una hora satisfaro morendo donq3 non piu pregoue mi aiutati e presto.
Le parole presente di pruneo in tanto terror misero li duj compagni cħ presti cominzarono ad exprimentare di leuare il graue coꝑchio e da pruneo aiutati con certe stanghe cħ li presso trouarono poco meno a resentirlo, et a poco a poco quando con stanghe q̃3do con le loro cinture tanto feceno cħ quello mosseno del proprio logo e tanto lo dilongo dale cȏmissure del sepulchro cħ pruneo ui potia intrare, E quale nȏ temerario ꝑla sua giouaneza se dimostro quale la ragione uolia ma disambandonato tutto dentro se ui gitoe, e preso il morto corpo sopra di quello strangossato rimase ꝑ longo spacio, ma la uolenta cazata da mortal solicitudine non gli concesse tempo al tropo poter dimorare ma riuolgiendo el cuore anchor doue la lena ala gramissima lingua la quale in questa forma parloe.
Oime Iulia Oime Iulia io dela tua morte cagione a te son uenuto acio cħl nȏ da me conosciuto homicidio nȏ rimanga impunito, Sempre in cognitione tal cosa al mondo e oculta, et io cȏ la mia morte la faro palese, hora la fede da noi afirmada con tanta afectione con il titulo dela nostra morte ci rendera cȏtenti Vedi o Iulia lanima mia desiderosa di confirmare le mie parole cerchando la tua negli noui seculj solicita a te di uenire.
MA acio cħ di memoria nȏ rimanga offuscata tal benivolentia quanto hora di altri cħ tuo mai nȏ mi ha possuto far la fortuna confirmarolo con il spargimento del mio sangue il quale gli dei prego cħ se alchuna sacra Vntione in te e manchata quello in cambio di cio affermi esserti ualeuelle e dite q̃te parole uno pongiente cortello si cazoe nel pecto Iulia abrazando morta ȋsieme rimase gli morti cõpi.
O morte miserabile fine di poco contenti giouani hora lultime tue force incrudelendoti hai usate contra gli innocȇti amanti do ꝑcħ cui del tuo bisogno domȃdandoti si offerisse non exaudi, ma a quegli come sorda nieghi landito di la tua ꝑsecutione et a loro di piu bisogno cħ ali presenti giouanj ti nascondi. Costoro dal tuo pongiente dardo fugiendo desideraua contenti diuenire, ma tu cȏ la mala dispositione de la nȏ stabile fortuna a suoi tenerj anni hai signato el fine in te assumendo dil suo contento ogni extrema parte. O amore cagione di tanta miseria riguarda con sano occhio cħ fine hanno hauti li tuoi subditi gli quali col uinculo di la tua subiectione dimora senza lanime loro E tu constantia regnante neli loro pecti senza alchuno pauroso pentimento gli hai conducti a cotal passo.
O Iulia gloriosissimo exemplo dele sꝑiurante donne le quale cȏ mille promisione mille fiate alora amor talissimj periculi soto fiducia di quelle meteno i loro amanti li quali se meno cħ bene gli aduiene le excusazione sono subito preparate ala sua diffensione E se mille fede ꝑ priuilegio gli hauesse obligate uno solo torto sguardo factoli da suoi mille fiate allora negȃdo uiuerebbe nȏ si fazando conscientia di consentire ad altruj la ubligata fede or qual animo e quello cħ legendo di costoro gli pietosi casi cȏsentireti questo di poter fare, e se alchuna ale orechie di la quale questo infortunio legendo e dala conscentia rimorsa si sen tira in tale peccato e solo di pieta tocata ꝑ la misera morte da questi fidelissimj amanti trahendo dagli ochi alchuna lachrima manifesta certeza rendendo ala sua componctione di cuore Idio priego si degni concederlj ꝑdono ouero di minuirlj la pena cħ ꝑ tal peccato gli fusse opposta al fine di soi giorni acio cħ conoscente di tal beneficio essendo ṗma ala clementia di dio renda gratia, poi cħ ꝑ merito dil bene riceuuto si tribuisca alanime di passati giouani diuote oratione.
FINIS